Il Margine è la periferia della periferia,
il posto più squallido che possa esistere,
dove il cemento è fatto solo di buchi
e l'unico alberello
ha cinque foglie svigorite.
Come fanno Acido, Bombolo e Racchia a vivere
tanto intensamente in un posto simile?
La solitudine si illumina se arriva Alì Babà,
il cuore si infiamma se l'autostrada
è percorsa dal brivido di un motociclista bellissimo,
la fantasia avvampa per il ritorno di Elvis Prisli.
Al Margine si può edificare una villa
con manifesti del cinema
e si possono vendere
confezioni di Niente.
Dal Margine si può anche evadere.
Verso il Centro.
Verso il Mondo.

www.cortilai.it  

 

SALANI

GLI ISTRICI


ILLUSTRAZIONI DI

MARCO PETRELLA

 

Mondokid

 

Al Margine non esistono villette, solo carcasse di case che marciscono.
Come la Caserma. Prima c'erano i carabinieri, poi si sono arresi.
Perché il Margine è un posto da Koatti. Al Margine, bosco di cemento dell'ultraperiferia, i rifiuti «fanno una montagna fumante che è la gioia dei piccoli che conducono una serena vita di strada». In questo caso i piccoli si chiamano Bombolo (il centochilista che ha rotoli di ciccia perfino sulla fronte), Racchia (la segaligna che strilla sempre: «ragazziii») e Acido, la voce narrante, un capo senza esercito a cui tocca fare l'eroe. Tre ragazzi destinati all'avventura fra paraboliche e tralicci, fontane secche e aiole piene di cicche. Un'avventura di borborigmi e solitudini, illustrata dal tratto ironico e straniato di Marco Petrella.

KOATTI nei libri del Giralibro


KOATTI, AL CUORE DELLE PERIFERIE

L'UNITÀ, 10 marzo 2004

di Federica Iacobelli

Acido, Bombolo e Racchia non sono ragazzini "koatti". E non solo perché assomigliano poco ai personaggi
delle canzoni der Piotta. Forse Bombolo e Racchia sono più koatti di Acido, e certo più koatti di loro
sono i ragazzi rasati che minacciano di aggredirli in un "fastfud" del centro, oppure la gran parte dei residenti
del "Margine", quelli che si gettano a capofitto a comprare il "Niente" in scatola pubblicizzato per gioco
e per necessità come la nuova moda del consumo.
Acido, Bombolo e Racchia sono "koatti" solo perché "Costretti" a vivere al Margine,
prigionieri di un posto dove il cemento è fatto più di buchi che di calce, dove la notte
è più affollata del giorno e ognuno si fa gli affari suoi, dove "chi arriva lo fa per sbaglio e riparte subito" -
per esempio i tre fratelli Alibabà, che si sono messi a dormire sui sedili delle automobili
perché nella loro baracca non ci stavano più.
Bombolo è grasso, una volta cantava bene il "rep" ma ha smesso, adesso mangia sempre e dorme sempre
e parla sgrammaticato, senza le doppie.
Racchia si mette i tacchi a spillo e i trucchi e si imbottisce il reggiseno, però cambia stile quando cambiano
i ragazzi che le piacciono, e chi le piace sempre è solo Rodolfo Valentino.
Acido è magro e senza muscoli ma è un duro, e per questo è il capo dei tre.
È lui che trascina i due amici a costruire case con i manifesti del cinema, a inventarsi la truffa
del "Niente" in scatola, a distrarre l'assistente sociale che nel Margine si aggira spaesata.
È lui la voce narrante, una voce costretta a difendersi ma delicata, uno sguardo deciso ma affettuoso sul piccolo mondo intorno, una musica compatta ma ironica, realistica ma capace  di voli,
sempre aperta, mai "koatta".
È lui a proporre una fuga in tre dal Margine al centro, con la sorpresa di una corsa su su,
fino alla cima del Duomo, nel centro del centro, nel punto da cui si vede tutto,
le case le strade le persone, e il centrale e il laterale e il dritto e il rovescio non ci sono più
perché tutto è piccolissimo, uguale e infinito, una distesa da conquistare.
Quel Margine che era l'unico posto, quell'assoluto in cui ci si sentiva costretti, diventa così un margine relativo, nel senso che c'è sempre qualcosa intorno, che si è sempre al margine
di qualcos'altro.
e intanto tra le pagine, a volte al centro e a volte al margine, le figure di Marco Petrella compaiono
e Acido, Bombolo e Racchia diventano i tanti inizi possibili di una storia a fumetti.
Poi, quando la lettura è arrivata alla fine, quando si è rimasti felici e curiosi
con il libro chiuso sulle ginocchia, si può andare a frugare tra le carte e nella rete e trovare un sito, www.aquilino.biz, dove si scopre che lo scrittore è anche insegnante e autore teatrale,
si osservano le copertine tutte diverse degli altri suoi circa venti libri
e si leggono i racconti amari, ora chiari ora scuri, del "professore stanco".
e proprio qui, tra le pagine di questo diario di scuola e di vita,
appare a un tratto una chiave possibile per l'nuiverso di Koatti:
"...e il mondo non ha centro / soltanto periferie / a volte e anche spesso / degradate /
dove le parole saccenti / e stupide / non risolvono la sofferenza /
a volte e anche spesso / rapinano quel poco / di felicità / germogliata a fatica /
dal suolo arido."

 

 

da POPOTUS, supplemento di AVVENIRE, 19 febbraio 2004

"Di colori, invece, non se ne vedono proprio tra le pagine di KOATTI: il Margine è la periferia della periferia
e, dunque, più gridio di così...
Acido, Bombolo e Racchia - tre nomi, una garanzia - vivono tra blocchi di cemento
e case di lamiera, senza soldi in tasca, senza speranze nel cuore:
una storia di ordinario squallore, amara più che si può. Finché...
il libro è consigliato ai più grandicelli."