
BOBBY E FUFFI VANNO IN CAMPAGNA
CANE, GATTO - MUCCA , ASINO – PECORA, UCCELLO - RANA, ANATRA
VENTO, TUONO, PIOGGIA, FULMINI, AUTOBUS, CLACSON, PERNACCHIE
I bambini fanno il verso degli animali o i rumori della natura
ogni volta che vengono nominati.
Bobby era un cane di città che desiderava vedere almeno per
una volta la campagna. Un giorno che i suoi padroni erano fuori disse
al gatto Fuffi:
“Io vado a fare un giro in campagna e torno prima di sera.”
“Vengo con te” disse Fuffi.
Il cane e il gatto seguirono l’autobus che andava in periferia.
Molti automobilisti suonavano il clacson per farli spostare dalla strada.
Loro gli facevano le pernacchie.
Quando furono in periferia domandarono a un uccellino:
“Ci indichi la strada per la campagna?” L’uccellino
li guidò volando sopra di loro.
Quando il cane e il gatto videro i prati fioriti e i filari di alberi
si misero a saltare dalla gioia.
Ma un tuono spaventoso segnalò il temporale. Si levò un
vento fortissimo. Furono spaventati dai fulmini. Poco dopo una pioggia
scrosciante li rese fradici.
“Si vede che non siete abituati all’acqua!” gracidò
una rana.
“Tu come fai a resistere?”
“Io sono una rana! A me la pioggia piace!”
“Anche a me!” gridò un’anatra. “Guardate
come nuoto bene!”
“Dai, tuffati” disse la rana al cane. Bobby si tuffò
nello stagno.
“Tuffati anche tu” disse l’anatra al gatto.
“Fossi matto! Noi gatti odiamo l’acqua!” rispose Fuffi.
La pioggia era sempre più violenta. I due cercarono un riparo.
Videro una pecora che correva all’ovile.
“Possiamo ripararci nella tua casa?” le domandò il
cane.
“No, è troppo piccola” rispose la pecora.
“Dove possiamo andare?” le domandò il gatto.
“Nella stalla!” gridò la pecora.
“Vi guido io” cinguettò l’uccellino.
Dentro la stalla faceva un bel calduccio.
“E voi chi siete?” domandò la mucca.
“Bobby e Fuffi, veniamo dalla città”
“Che cos’è la città?” domandò
l’asino.
“Ma sei proprio ignorante!” esclamò la mucca.
“Dillo tu, allora, che sai sempre tutto” disse l’asino.
“La città è dove abitano i cittadini” disse
la mucca.
“E chi sono i cittadini?” domandò l’asino.
“Siamo noi!” esclamarono il cane e il gatto.
“Se siete cittadini” disse l’asino “che cosa
ci fate in campagna?”
A questa domanda… chi vuole rispondere?
L'animatore legge e i bambini mimano e ripetono le battute.
IL ROBOT
C’era una volta un robot. Aveva un braccio arrugginito e quando
cercava di muoverlo si sentiva un rumore…
“Per favore, meccanico, mi puoi aggiustare questo braccio?”
Il meccanico esaminò con attenzione il robot e disse:
“Questo braccio non si può più aggiustare. Bisogna
cambiarlo.”
“Quanto costa?”
“Un milione.”
Il robot andò in banca a chiedere in prestito un milione.
“Buongiorno. Vorrei in prestito un milione.”
“Un milione? È troppo” rispose l’impiegato.
“Quanto può darmi?”
“Due centesimi al massimo.”
“Ma con due centesimi non ci compro nemmeno un dito!”
“Si arrangi. Adesso vada, la banca chiude.”
Il robot era molto triste. Andò a casa e scoppiò a piangere.
“Che cosa succede?” gli domandò la sua amica lavatrice.
“Devo comprare il braccio di ricambio e la banca non mi dà
i soldi.”
“Anch’io ho lo stesso problema. Il bambino mi ha messo un
martello nel cestello e adesso è tutto ammaccato. Senti che rumore!
E la mia padrona non ha i soldi per farmi aggiustare.”
(da continuare)
CAPPUCCETTO ROSSO
C’era una volta una bambina di nome Cappuccetto Rosso.
Stava sempre fuori a giocare con la palla, a inseguire le farfalle e
ad accarezzare il suo gatto Pallino.
Un giorno la mamma la chiama.
“Cappuccetto Rosso! Cappuccetto Rosso! Devi andare dalla nonna
a portarle questo cestino perché è a letto con l’influenza.
Sta’ attenta, però. Non passare dal bosco. Lo sai che è
pericoloso.”
Cappuccetto Rosso si mette in cammino.
Lungo la strada si ferma a raccogliere i fiori. Poi si arrampica su
un albero per vedere gli uccellini nel nido. Poi lancia i sassi nello
stagno per fare scappare le rane.
Si accorge che ha fatto tardi e allora si dice:
“Se passo attraverso il bosco faccio prima.”
Il bosco è buio. Si sente il vento che soffia tra le fronde.
Si sentono anche versi strani e paurosi.
Il lupo la vede e le sbarra la strada.
“Buongiorno, bella bambina. Dove stai andando?”
“Vado dalla nonna che abita laggiù. Le porto da mangiare
e le medicine perché è a letto malata.”
“Prendi quel sentiero. È una scorciatoia.”
Il lupo invece le fa fare la strada più lunga. Così lui
arriva per primo a casa della nonna. Bussa alla porta. Toc toc.
“Chi è?”
“Sono Cappuccetto Rosso.”
“Entra. La porta è aperta.”
Il lupo entra e mangia la nonna con un boccone solo. Poi si infila sotto
le coperte con in testa la sua cuffia.
Quando arriva Cappuccetto Rosso di corsa perché è in ritardo,
non riconosce più la nonna.
“Nonna, come sei diventata brutta.”
“È la malattia, cara nipotina.”
“Nonna, che pelo lungo ti è venuto.”
“Così sto più calda, cara nipotina.”
“Nonna, che occhi grandi e rossi!”
“È il fumo del camino, cara nipotina.”
“Nonna, che braccia lunghe!”
“Così ti posso stringere a me.”
“Nonna, che bocca grande!”
“Per mangiarti tutta in un boccone!”
Il lupo mangia Cappuccetto Rosso.
Ma un cacciatore ha visto tutto dalla finestra.
Entra in casa e spara al lupo, poi gli taglia la pancia e fa uscire
la nonna e Cappuccetto Rosso.
I bambini devono correggere l'animatore che legge la storia.
CAPPUCCETTO ROSSO
C’era una volta una neonata di nome Cappuccetto Giallo.
Stava sempre fuori a giocare con il trattore, a inseguire le galline
e ad accarezzare il suo topo Pallone.
Un giorno la maestra la chiama.
“Cappuccetto Verde! Cappuccetto Verde! Devi andare dalla zia a
portarle questo scatolone perché è a letto con una gamba
rotta. Sta’ attenta, però. Non passare dal cimitero. Lo
sai che è pericoloso.”
Cappuccetto Viola si mette in cammino.
Lungo la strada si ferma a raccogliere i sassi. Poi si arrampica su
un grattacielo per vedere i leprotti nel nido. Poi lancia i fiori nello
stagno per fare scappare le mucche.
Si accorge che ha fatto tardi e allora si dice:
“Se passo attraverso il fiume faccio prima.”
Il bosco è buio. Si sente il sole che soffia tra le fronde. Si
sentono anche versi strani e comici.
Il maiale la vede e le sbarra la strada.
“Buongiorno, bella signora. Dove stai andando?”
“Vado dalla zia che abita laggiù. Le porto da mangiare
e le medicine perché è a letto con il mal di testa.”
“Prendi quel sentiero. È una scorciatoia.”
Il lupo invece le fa fare la strada più lunga. Così lui
arriva per primo a casa della nonna. Butta giù la porta. Toc
toc.
“Chi è?”
“Sono Cappuccetto Rosa.”
“Entra. La porta è aperta.”
Il lupo entra e beve la nonna con un boccone solo. Poi si infila sotto
le coperte con in testa il suo ombrello.
Quando arriva Cappuccetto Rosso di corsa perché è in ritardo,
non riconosce più la nonna.
“Nonna, come sei diventata bella.”
“È la malattia, cara sorellina.”
“Nonna, che naso lungo ti è venuto.”
“Così sto più calda, cara nipotina.”
“Nonna, che occhi grandi e rossi!”
“È il fumo del minestrone, cara nipotina.”
“Nonna, che braccia lunghe!”
“Così ti posso stringere a me.”
“Nonna, che bocca grande!”
“Per mangiarti tutta in un boccone!”
Il lupo mangia Cappuccetto Nero.
Ma un calciatore ha visto tutto dalla finestra.
Entra in casa e balla con il lupo, poi gli gratta la pancia e fa uscire
la moglie e Cappuccetto Arancione.
BAMBINI
1.
Un bambino gioca da solo con il Lego.
Arriva un altro bambino e gli butta le costruzioni per terra.
Il primo bambino piange.
Una bambina si siede vicino a lui e si mette a fare un disegno.
L’altro bambino torna e straccia il disegno.
Anche la bambina piange.
Arriva una fatina che mette il Lego e un altro foglio sul tavolo dei
bambini.
Quando torna il bambino dispettoso, la fatina lo trasforma in un….
Arriva la maestra.
Vede che i due bambini giocano tranquilli. Domanda dov’è
il bambino dispettoso e le indicano il…
La maestra si spaventa.
Va subito a telefonare alla mamma del bambino dispettoso.
La mamma si arrabbia e dice che la colpa è tutta della maestra.
Anche la maestra piange.
Ritorna la fatina e trasforma la mamma in…
La maestra dice alla fatina che non può trasformare i bambini
e le mamme.
La fatina allora le regala la bacchetta magica.
La maestra trasforma la mamma in una signora gentile e simpatica. Poi
trasforma il bambino dispettoso in un bambino amico di tutti.
2.
Una bambina fa un disegno.
Il foglio si mette a volare davanti ai suoi occhi e quello che ha disegnato
ne viene fuori.
(i suoi compagni mimano quello che ha disegnato). La bambina allora
fa tanti disegni e attorno a lei ora ci sono farfalle, gatti, stelle…
3.
Un bambino deve costruire un intero paese.
I suoi compagni sono i materiali da costruzione.
Lui ne indica uno, oppure forma un gruppo, e poi dà gli ordini:
- fate la casa
- fa’ il camion
- fate la giostra dei giardini pubblici
- fa’ la panchina
- fate la piazza
- fa’ l’albero
4.
Senza parlare, un bambino deve fare scoprire ai compagni qual è
la cosa scritta sul foglietto che ha pescato: mela, banana, scimmia,
mucca, acqua, sole, stella, gelato, matita, foglio, semaforo, auto,
treno, montagna, fiore, panino, pizza, bicicletta, scopa, colla, televisore,
missile, computer, leone, elefante, pecora, martello, chiodo, aereo,
notte, sonno, letto, ombrello, forchetta, bottiglia, bicchiere…
5.
Memorizzare la successione delle azioni e mimare.
- mi siedo a tavola, verso l’acqua nel bicchiere, afferro la forchetta
e il coltello, taglio la pietanza, bevo, mi cade il tovagliolo, lo raccolgo,
mi pulisco la bocca
- metto sul tavolo i pennarelli e un foglio, disegno un bambino, prendo
le forbici e lo ritaglio, giro il foglio, sul retro fisso con il nastro
adesivo una cannuccia da bibita, afferro il burattino e lo faccio muovere
- gioco a palla con un compagno, lui scivola e si fa male a una gamba,
chiamo la maestra che mette una pomata e poi una fascia, aiuto il compagno
a rialzarsi e lo accompagno a mettersi seduto