Le vicende dei successori di Alessandro Magno, i diadochi, sono molto complesse. Minore rilievo viene solitamente dato ad alcune figure femminili tra loro legate. Donne diverse tra loro, interpreti di storie la cui importanza non è minore rispetto all’apporto storico dei protagonisti uomini contemporanei. Eccole: Olimpia, moglie di Filippo Secondo, spietata fanatica di riti dionisiaci; Cleopatra, loro figlia, remissiva e sfortunata; Rossane, la bellissima moglie di Alessandro Magno, ostaggio ora dell’uno ora dell’altro; Cinane, figlia di Filippo Secondo, una guerriera illirica; la figlia adolescente di Cinane, Adea, ambiziosa e determinata. Sono state tutte trucidate in nome della ragion di stato. Nel libro si raccontano le loro aspirazioni, i loro intrighi, e la guerra che si sono fatte. Il narratore è Filippo Secondo di Macedonia. Un libro con una visione critica e pacifista dei grandi conquistatori celebrati come eroi mitici.
LE DONNE DI “LA GUERRA DELLE REGINE
Le donne del romanzo non sono eroine nel suo significato positivo. Sono state combattive e ostinate nel tentativo di realizzare le proprie ambizioni, ma hanno fallito. Ritengo che la causa del fallimento sia da ricercarsi in una strategia sbagliata, quella di contrapporsi agli uomini imitandone la politica guerrafondaia.
Hanno condotto un esercito senza averne le capacità, ma soprattutto non sono state capaci di uguagliare gli uomini in senso machiavellico, eludendo l’etica in nome del raggiungimento a ogni costo dell’obiettivo. Anche Olimpia e Cinane credevano che la conquista e la conservazione del potere giustificassero l’uso della crudeltà e della dissimulazione, della forza e dell'astuzia. Ma non lo fecero con la cinica efficacia dei loro nemici. In conclusione, si illusero di battere i nemici maschi con le loro stesse armi, rinunciando a pietà, cooperazione, pace. Rinunciando a essere diverse da loro, a essere donne.
OLIMPIA – la fede fanatica in Dioniso ne ha ottenebrato il pensiero, impedendole una valutazione realistica dei rapporti personali e politici.
CINANE E ADEA – hanno agito seguendo una semplificazione impulsiva e istintiva degli avvenimenti, illudendosi di potere risolvere ogni questione con una prova di forza, incapaci di prevedere le mosse dell’avversario e sottovalutandone la pericolosità.
CLEOPATRA – del tutto sottomessa alla madre Olimpia, al padre Filippo e al fratello Alessandro, si lascia manipolare, incapace di realizzare una propria linea di vita libera e responsabile, rassegnata a un destino confuso e carico di infelicità.
ROSSANE – pur di mantenere i privilegi, obbedisce a qualunque ordine le venga impartito dai diadochi, i suoi nuovi padroni, accettando perfino di trucidare le sue rivali, altre due mogli di Alessandro, Parisatide e Statira.