Aquilino IMMAGINAZIONE E REALTÀ: SORELLE GEMELLE Festivaletteratura di Mantova 11/09/2005 Palazzo del Mago – Cappella (sintesi di quanto ho detto ai ragazzi)
Riconoscete questo libretto? Raccoglie le schede degli autori partecipanti al festival. Provate a pensare alle opere che hanno scritto, a quante sono, a quanto sono diverse le une dalle altre. Quanta immaginazione dentro questo libretto! Ieri ho rivisitato Palazzo Ducale. Quanta immaginazione! Vi guardo e penso: quanti sogni dentro ognuno di voi, quanta immaginazione!
L'immaginazione e la realtà sono indubbiamente legate in modo stretto: l'una riporta di continuo all'altra e l'una modifica l'altra per esserne a sua volta modificata. La grande stagione dell'immaginazione è forse l'adolescenza. Ricordo quanto tempo ho passato a sognare a occhi aperti. Solo l'immaginazione rendeva sopportabile la realtà nella quale stentavo a inserirmi per timidezza, paura, mancanza di esperienza, insoddisfazione. Spesso, però, l'immaginazione prevaleva sulla realtà e ciò che appariva possibile era invece irrealizzabile; era una situazione di felicità idealizzata e irraggiungibile, proprio perché l'immaginazione rifiutava di darsi uno spazio definito e di adeguarsi alla realtà. Era una situazione confusa. Che cosa volevo? Che cosa cercavo? Non l'ho mai saputo, non lo so ancora adesso.
Per evitare questo stato di sospensione sopra la realtà e di impossibilità a goderne fino in fondo i frutti materiali ecco allora che altri sceglievano di ripudiare l'immaginazione, affidandosi totalmente alla realtà. Erano i compagni campioni negli sport, abili nel trattare con le persone, capaci di fare progetti per il futuro, con le idee chiare su quello che avrebbero fatto nella loro vita, bramosi di farsi una posizione e di avere soldi da spendere.
Da una parte: io, l'imbarazzato, l'imbranato, con le idee confuse, il non adeguato e non aderente alla realtà. Dall'altra parte: i ragazzi sicuri di sé, concreti, con abilità pratiche e con le idee chiare.
Sono due posizioni, queste, davvero antitetiche e se non è difficile per il tipo immaginativo andare d'accordo con il tipo realistico, perché ognuno ritrova nell'altro ciò che gli manca, si nota però una certa difficoltà nella comprensione reciproca: due pianeti su orbite diverse.
È nata prima l'immaginazione o prima la realtà? Ci ricorda il quesito dell'uovo e della gallina. Ieri uno scrittore ha detto che la realtà è sempre più ricca e originale di qualsiasi fantasia. Io non la penso così. Chiamo immaginazione ciò che per i credenti è Dio, per gli antichi il Caos, per altri l'Energia dell'Universo… E credo che la realtà sia scaturita dall'immaginazione. Immaginate alla mia sinistra la macchina della Realtà, che funziona per conto proprio, e alla mia destra la macchina dell'Immaginazione e anche questa funziona per conto proprio. Il problema che avevo io era di mettere in collegamento queste due macchine. Ci sono riuscito, ma come? Con la scrittura. La scrittura ha aggiunto alcuni ingranaggi proprio qui in mezzo tra le due macchine, così che ognuna delle due fornisce movimento all'altra.
Torniamo alla mia adolescenza. La propensione per il mondo dell'immaginazione ha creato il desiderio e anzi il bisogno di scrivere. Ha avuto allora inizio un processo di raffinamento e di equilibrio, per cui l'immaginazione e la realtà non appaiono più come punti di vista in contraddizione. Si offre alla coscienza un punto di vista diverso, che mi offre una prospettiva sul mondo dalla quale realtà e immaginazione risultano armonizzate. Si basa sul riconoscimento che la realtà stessa è infarcita di immaginazione e che l'immaginazione non è in competizione con la realtà, ma la completa.
Viviamo la realtà come ce la presenta la società nella quale viviamo. La nostra realtà è scientifica, tutto deve essere spiegato, tutto deve avere una logica, tutto deve essere classificato. La nostra realtà è anche produttiva: ciò che esiste è materia prima che deve essere trasformata per la produzione dei beni di consumo. Ci sono stati altri tempi e altre società in cui la realtà era vissuta in modo magico. Noi siamo abituati a considerare l'uomo in una posizione di centralità e di preminenza nell'universo. Penso che la magia sia negare centralità e preminenza di un elemento sugli altri e sentire ogni cosa e ogni essere come energia che assume forme diverse di pari dignità. Esse interagiscono in modo a-scientifico, secondo modalità non sempre osservabili e ripetibili. Questo punto di vista mi dice che la realtà non è mai riconducibile a una formula matematica, ma agisce nel tempo e nello spazio in modo fantasioso. La scrittura svela la magia della realtà.
Ecco quindi che realtà e immaginazione mi si presentano come sorelle e addirittura come sorelle gemelle.
Voglio leggervi ciò che un mio alunno ha scritto nel sito web della scuola.
“In questa pagina vi parlerò di come è brutto (ma per alcuni bello) essere gemelli. Perché ogni santo giorno appena svegliati mio fratello è in competizione con me. Ogni volta che i miei genitori mi fanno un complimento lui ha sempre da ridire. Ma vi parlerò anche della straordinaria sensazione (non per tutti) di essere gemelli. Ogni volta che ti svegli alla mattina e ti guardi allo specchio noti che riflesso nel vetro non ci sei tu, ma tuo fratello o forse no. Be', la verità è che ormai non so neanche più distinguermi da mio fratello. Il che, per noi gemelli, è più che normale. Ma la percentuale maggiore è formata da gemelli con personalità e caratteri molto diversi. Alcuni gemelli hanno anche più complicità, altri invece non vogliono che il fratello interferisca con la loro vita.”
Quando scrivo, devo alleggerire la macchina della realtà e dare più potenza a quella dell'immaginazione. Se cerco lo sviluppo della storia non mi metto a pensare nello stesso modo in cui si risolve un problema matematico. Entro in uno stato alterato di coscienza e invito i personaggi a farsi avanti e a rivelarmi che cosa faranno e diranno nelle pagine che non ho ancora scritto. Che trucchi uso? Vado in bicicletta, passeggio, approfitto di un viaggio in auto o in treno per “sognare a occhi aperti” e soprattutto ogni sera, prima di addormentarmi, mi predispongo a sognare il libro che sto scrivendo.
Ciò non basta a fare la scrittura, perché la macchina della realtà vuole la sua parte ed infatti il passo successivo è il controllo razionale su quanto ho immaginato: concordanza, coerenza, correttezza… La realtà mi fornisce poi stimoli per l'immaginazione. Quando passeggio fotografo insetti e spazzatura, gli animali vittime delle automobili o particolari che tutti trascurano del paesaggio o di un'abitazione. Frequento i musei, leggo libri di storia, ascolto musica.
Ma… l'immaginazione ha dei nemici? Spesso purtroppo sono il potere sia civile sia religioso e l'integrazione sociale. La scuola costringe il bambino a rinunciare al disegno spontaneo per acquisire tratti e colori stereotipati. Quello che viene chiamato fuori tema viene penalizzato anche quando è espressione di originalità. La stessa originalità che può manifestare un comportamento definito invece irregolare.
C'è un tentativo di controllare l'immaginazione? Sì. Il modo più semplice è di contrapporre all'immaginazione individuale un'immaginazione di massa attraverso la televisione, la pubblicità, i giornali, il cinema… C'è il tentativo non solo di prevedere quale sarà il contenuto dell'immaginazione dei cittadini, ma addirittura di imporlo. Se le fantasie vengono incanalate, l'immaginazione non è più libera.
Letture da IL TEMPO DEGLI ORCOIDI
C'erano, ci sono e ci saranno sempre persone chiamate Cavalieri Audaci. La loro missione è contrastare L'Ink, la misteriosa entità che manipola e fonde a suo piacimento universi reali con mondi immaginari. Tutti i Cavalieri possiedono la Spada Fiorita che scaturisce dalla mano. Molti di loro, però, hanno rinunciato alla Spada per dedicarsi alla scienza o all'arte. La forza , dicono i Cavalieri, non si misura, si conquista. Intelligenza, sensibilità e coraggio sono le loro vere armi. I Cavalieri agiscono nell'immaginario, e quindi non si troveranno mai tracce delle battaglie che hanno combattuto. Tuttavia, le loro emozioni e i loro sentimenti sono reali, e sia le vittorie conseguite sia le sofferenze patite arricchiscono la loro coscienza. Eroi della creazione cristallina della fantasia, i Cavalieri Audaci possono anche condurre un'esistenza ordinaria, all'apparenza identica a quella di milioni di altre persone, nella quale però lampeggiano le imprese in cui sono coinvolti. Nessuno può decidere di far parte dei Cavalieri Audaci, così come nessuno ha il potere di eleggerli. Lo sono già alla nascita, anche se la rivelazione può giungere molto più tardi. Quando un Cavaliere ha preso coscienza di sé, niente e nessuno potrà più manipolare questa coscienza. Nessuno, a parte L'Ink. L'Ink può trasformare un Cavaliere in un essere crudele e abietto. Ma non potrà mai essere certo che questa trasformazione sia irreversibile: i Cavalieri possono risollevarsi da ogni degradazione. La loro forza scaturisce dai collegamenti misteriosi che mettono in comunicazione esistenze lontane nel tempo e nello spazio.
I Cavalieri combattono contro L'Ink, il demone senza volto che vuole impadronirsi dell'immaginazione di tutti gli uomini per ricreare l'universo a suo piacimento e accrescere così il proprio potere. L'Ink è arrogante. Si illude di avere in pugno lo spazio e il tempo, e di stringere le redini della Storia sulla Terra. L'Ink corrompe, sfrutta, tortura, uccide, tradisce, distrugge. Agisce come tutti coloro che usurpano il potere.
In qualità di Cavaliere Audace, Spenser sapeva di avere una grande responsabilità nei confronti del mondo; in quel momento tuttavia capì che non era quello a renderlo diverso dai suoi coetanei. Spenser era un essere straordinario perché accettava la propria immaginazione, confidava in essa, le si affidava senza riserve. Ciò faceva di lui un essere libero, e quella consapevolezza valeva più della Spada che gli era stata affidata per proteggere l'umanità dall'esercito di Orchi di L'Ink. La libertà era il vero potere. Libertà e immaginazione gli consentivano di condurre una lotta epocale contro L'Ink e di rimanere nello stesso tempo quello che era: un ragazzo con i capelli verdi nascosti sotto un ampio berretto
La lotta contro L'Ink era sempre appartenuta ai Cavalieri Audaci e mai prima di allora la sfera dell'immaginazione si era al tal punto confusa con quella della realtà. Se i confini tra i due piani erano diventati tanto labili, che cosa sarebbe potuto accadere in futuro? Qualunque truce fantasia sarebbe potuta diventare realtà e il mondo sarebbe stato dominato solo dal desiderio e dalla bramosia, in un caleidoscopio di immagini virtuali e di parole senza alcun fondamento di verità. Illusioni, solo illusioni. Chi fosse riuscito a controllarle avrebbe avuto quell'immenso potere che nemmeno eserciti possono garantire, ma che solo il controllo delle informazioni riesce a donare. E il Pellegrino sapeva bene chi poteva anelare a quel tipo di potere e sapeva come aveva progettato di ottenerlo. Dopo quella prima fase di massacri a cui stavano assistendo, L'Ink avrebbe inaugurato un'era di convivenza pacifica, durante la quale avrebbe spinto i popoli della Terra a comportarsi secondo la sua volontà, senza che loro neppure se ne accorgessero. Molti si sarebbero sentiti depressi, forse, ma nessuno avrebbe avvertito il peso del suo controllo sulla propria volontà Il piano di L'Ink era asservire l'immaginazione ai propri obiettivi. Avrebbe regnato su popoli divenuti incapaci di distinguere tra l'immaginazione da lui manipolata e la realtà, incapaci di comunicare tra di loro, incapaci di capire se stessi e di essere critici verso il mondo. Proprio come dei fantocci.
Io sono L'Ink. Tutto ciò che esiste deve essere inglobato nella mia immaginazione. Al di sopra delle leggi. Etica senza vincoli. Coraggio nel momento fatale delle decisioni estreme. I mondi reali si fondono con i Mondi Impossibili: a mia immagine e somiglianza. L'universo è l'estensione dei miei capricci. Chi osa opporsi alla mia volontà? Un pugno di uomini che si fanno chiamare Cavalieri Audaci. Hanno massacrato gli Orchi. Hanno conquistato l'Universo Nebbioso, e io l'ho dovuto distruggere. Sono sfuggiti alle trappole dei Mondi Impossibili, e io li ho dovuti distruggere. Uno schiocco di dita: polverizzati. Non sono adirato. Io non sono contaminato dal morbo delle emozioni. Io sono un essere superiore. Esisto per dominare. E ora sono qui, sulla Terra. Quando e dove? Sempre e in ogni luogo. Il tempo e lo spazio mi appartengono. Illusione, il viaggio. Ininfluente la sua durata. Io sono L'Ink. Né il tempo né lo spazio modificano la mia grande mente. Coloro che si ostinano a combattermi finiscono nella ragnatela del mio pensiero. Posso erigere palazzi, spingere navi sugli oceani, conquistare popoli. Io sono L'Ink, e sono qui, da sempre, per sempre. Per sottomettervi.
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